A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Se è certo che possiamo considerare il Lambro come il fiume della zona 4 a tutti gli effetti, vi è però un corso d'acqua, forse poco noto ma piuttosto importante, che lambisce la nostra zona nella sua parte sud: la roggia Vettabbia,
In questi due articoli allora ne ricorderemo la storia, ne esamineremo il corso e ne cercheremo i tratti (e le vestigia correlate) tuttora visibili.
Al tempo dei Romani, a Milano vennero realizzate numerose opere idrauliche: nella zona nord, ad esempio, venne modificato il corso del Seveso con due derivazioni (cui venne dato il nome di Sevesetto), per portare l’acqua fino al centro della città, servendo così anche le Terme Erculee e poi i battisteri della cattedrale.
Le opere idrauliche più impegnative riguardarono però la zona meridionale della città, dove tutti i corsi d’acqua sopra ricordati (più il Nirone, che raccoglieva le acque lungo il versante occidentale delle mura, e il Molia o Garbogera, che correva lungo l’attuale corso Garibaldi fino al Pontaccio) confluivano in un unico canale di scarico che sfociava nel Lambro a Melegnano. Questo canale era appunto la Vettabbia, il cui nome, secondo Landolfo Seniore, storico vissuto nel secolo XI, deriverebbe dalla parola latina vectabilis (“trasportabile, capace di trasportare”) perché al tempo dei Romani era navigabile e “unito al Po per mezzo del fiume Lambro, offriva alla nostra città tutte le ricchezze d’oltre mare.”
La Vettabbia inoltre riceveva le acque dell'Olona che, all’altezza dell’attuale piazza Tripoli, furono deviate verso est fino ad entrare in città mediante il canale detto Vepra, che percorreva via San Vincenzo e via Gian Giacomo Mora per raggiungere piazza Vetra e congiungersi alla Vettabbia. Questo confermerebbe la tesi della navigavilità fino a Cremona, considerando la grandiosità dell'opera di deviazione.
Passiamo ora al percorso della Vettabbia, che ha origine in piazza Vetra e dopo aver attraversato Milano, parte al coperto e parte allo scoperto, si immette nel Lambro nei pressi di Melegnano.
Iniziamo allora da piazza Vetra: il corso d'acqua scorre sotto la via Santa Croce, a pochi metri dalla via Vettabbia, ad essa dedicata, e poi prosegue lungo le vie Calatafimi, Aurispa, Cosseria, Col Moschin e Castelbarco, in un tragitto pressochè rettilineo. Già in questo primo tratto troviamo un importante resto del passato collegato alla nostra roggia. All'incrocio con via Cosimo del Fante, infatti, sorgeva il Convento delle Dame Vergini alla Vettabbia, alcuni resti del quale sono tuttora visibili nel cortile del civico 16 della via Del Fante (alcuni altri sono stati trasportati nella villa Pellegrini Cislaghi in via San Martino 5). In particolare sono giunti a noi un portico con arcate ed un pozzo medievale.
Sempre a riguardo di questo primo tratto, merita ricordare che nel 1257 i lavori di completamento del Ticinello, voluti dal podestà Beno de’ Gozzadini, lo fecero arrivare infine a Milano, nei pressi di Sant'Eustorgio, da dove, percorrendo la via Sambuco, raggiungerà la Vettabbia presso la chiusa di San Martino, nel punto dove questa usciva dal quel fossato che più tardi diventerà la Cerchia dei Navigli. Invece di essere fatte confluire nella Vettabbia, però, le acque del Ticinello saranno condotte in un canale parallelo a questa che le indirizzerà ad irrigare i terreni dei nuovi signori di Milano, i Torriani, che possedevano e coltivavano tutta l’area di Selvanesco a sud della città.
Ed il Ticinello infatti scorre tuttora parallelo alla Vettabbia sotto le vie suddette, separandosene quando, all'incrocio con viale Toscana, la Vettabbia sbuca all'aperto e piega dopo poco verso sinistra, mentre il Ticinello prosegue per un po' sotto via Bazzi per poi piegare verso sinistra sotto via Bognetti ed uscire all'aperto costeggiando via Virgilio Ferrari.
Tornando alla Vettabbia, essa circonda il nuovo quartiere residenziale sorto al posto dell'ex OM, ed in particolare costeggia la via dei Fontanili (che indica la ricchezza d'acque della zona) e la via Corrado II il Salico, per poi giungere ad attraversare la via Ripamonti. I recenti lavori nell'area sopra citata hanno realizzato un parco con pista ciclabile che costeggia questo tratto del corso d'acqua, rendendolo così meglio fruibile.
Nel prossimo articolo ripartiremo da qui per proseguire lungo il percorso della Vettabbia fino a raggiungere e superare il confine cittadino.